42 articoli dell'autore Andrea Pastore
Andrea Pastore 16/06/2022 0
Il Parlamento Europeo ha deciso: dal 2035 stop alla vendita di auto a motore termico
Fa molto discutere in questi giorni l'approvazione, da parte del Parlamento europeo, dello stop alla vendita, a partire dall'anno 2035, dei veicoli a motore termico (per intenderci, quelli a benzina, a diesel ed a Gpl). La decisione, che rientra nel programma "Fit for 55" su energia e clima, il cui obiettivo è il raggiungimento delle emissioni zero entro il 2050, è passata con 339 voti contro 249.
Come prevedibile, le proteste non sono state poche, sia sul piano politico che industriale. Secondo il centrodestra, ad esempio, la conseguenza più immediata di questa decisione sarebbe la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro; per questo motivo, fra le diverse soluzioni possibili, è allo studio una proposta di emendamento per ottenere una deroga al 2036 delle emissioni di CO2 per una certa fascia di costruttori di auto.
Sul versante di questi ultimi, intanto, ciò che preoccupa di più - nonostante la ferma intenzione, da parte dell'industria automotive, di aiutare a centrare l'obiettivo green - è la totale incertezza della fase storica attuale, che rende troppo affrettata una pianificazione così a lungo termine.
Le perplessità generali non finiscono qui: l'elettrico, si chiedono in molti, sarà economicamente alla portata di tutti? Si potrà considerare una tecnologia sicura? Risulterà agevole smaltire le batterie, sulla cui probabile tossicità si dibatte da tanto? Verrà installato sul territorio un numero congruo di infrastrutture di ricarica? I carburanti alternativi derivanti da idrogeno potrebbero inserirsi fra le tecnologie utili ad affrontare e concretizzare la transizione ecologica? Tanti punti di domanda sul tavolo degli esperti, ma una nuova era è già iniziata.
Andrea Pastore 16/02/2022 0
Byron Bay Train, in Australia il primo convoglio del mondo ad energia solare
In tema di sostenibilità, una notizia molto promettente arriva dall'Australia, precisamente da Byron Bay, città del Nuovo Galles del Sud che deve il suo nome all'ammiraglio britannico John Byron, nonno del celebre poeta Lord Byron. Qui, da almeno 2 anni, circola un piccolo convoglio ferroviario, di soli due vagoni, alimentato interamente ad energia solare, con pannelli da 6,5 kw.
Il "trenino", che ha già ispirato molti paesi europei, intenzionati a riproporre questa soluzione, è nato dal riutilizzo, o meglio dalla conversione, di un convoglio tradizionale, da parte della Byron Bay Railroad Company, il cui obiettivo era riattivare la vecchia linea ferrata. L'estetica di un tempo abbinata alla tecnologia moderna.
Il treno, che con un ciclo di ricarica permette di effettuare una dozzina di corse, collega il centro di Byron Bay con la zona turistica, l'equivalente di 3 km. Ognuno dei congegni e dei sistemi del mezzo è alimentato interamente da energia solare, sebbene sia presente anche un motore diesel da utilizzare nelle situazioni di emergenza. I posti a sedere sono un centinaio, la massima velocità raggiungibile si aggira sui 100 km/h. Niente male per il primo treno fotovoltaico del pianeta!
Andrea Pastore 14/01/2022 0
La canapa, storia di una pianta troppo utile che dava fastidio
Consentiva di fare di tutto: vestiti, corde (tutto il cordame dei velieri era fatto con la canapa), carta (molto più ecologica della carta derivata dagli alberi), carburanti (l'etanolo di canapa, con cui erano alimentate le prime auto come la Ford T); in ambito medico consente di curare molte malattie, in Nepal se ne mangiano i semi.
Nel 1937 Henry Ford realizzò la Hemp Body Car, interamente realizzata con un materiale plastico ottenuto dai semi di soia e di canapa e che ovviamente viaggiava alimentata da etanolo di canapa. La carrozzeria era cosi elastica che lo stesso Ford si fece filmare mentre colpiva la macchina con forza senza provocare nessun tipo di danno.
L'avvento delle fibre sintetiche e l'inizio del proibizionismo
Cosa potrebbe mettere in crisi una pianta cosi utile? La risposta potrebbe sorprendere molti: le fibre sintetiche. Nel 1935 venne scoperto il nylon, una fibra sintetica derivata dal petrolio. Resistentissima, le cose prodotte con questo materiale parevano non rompersi mai, ma c'era un problema: la canapa era diffusa e lavorarla era semplice, bisognava proibirla.
Purtroppo tra gli usi possibili della canapa c'è anche la possibilità di produrre droghe leggere, e questo venne utilizzato come scusa per proibirla in toto: i giornali dell'epoca cominciarono ad associare la canapa alla droga, ad invocare misure "contro la droga", che fecero sì che la canapa cominciasse ad essere proibita in tutto il mondo.
La riabilitazione
La campagna mediatica contro la canapa è stata cosi forte che ci sono voluti decenni per riabilitarla: solo da alcuni anni è cominciato un processo di revisione delle norme vigenti, volto a distinguere il tipo di uso in modo da consentire una serie di attività. Ma nel frattempo il mondo è stato invaso da materiali sintetici.
Qualche anno dopo la sua introduzione, questo cominciò ad essere meno resistente: dopo il boom di acqusiti iniziale, le aziende avevano visto i loro fatturati crollare perché le persone non avevano necessità di acquistare nuovi capi di abbigliamento, quindi bisognava cambiare. L'obsolescenza programmata era servita anche in questo campo.
Andrea Pastore 10/01/2022 0
John Goodenough, ancora lui: ecco la rivoluzionaria batteria al vetro
Alla più che veneranda età di 98 anni, il Premio Nobel per la chimica John Goodenough, già ideatore della batteria agli ioni di litio, non smette di stupire e rilancia la posta, puntando i riflettori sulla rivoluzionaria batteria al vetro. Il progetto è stato presentato nel 2017, mentre nel 2019 è stato brevettato. Una vera e propria manna per il futuro delle auto elettriche.
Almeno 5 i vantaggi che la nuova tecnologia propone di offrire: super velocità di ricarica, col vetro che rappresenta per gli elettroni una sorta di autostrada a 4 corsie senza alcun ostacolo al libero movimento; incremento notevolissimo di autonomia - parliamo di qualcosa come 1500 km - dopo pochi minuti di ricarica; grande resistenza alle basse temperature, condizione che esponeva il litio ad una perdita di capacità; limitate "deperibilità" e usura anche dopo migliaia di cicli di carica-scarica; scarsa infiammabilità.
La chiave di volta è rappresentata dall'utilizzo di elettroliti di vetro al posto di quelli liquidi, che ha permesso di rimpiazzare il litio con il sodio, più economico e soprattutto disponibile in grande abbondanza perchè estraibile dall'acqua del mare.
Andrea Pastore 06/12/2021 0
Forestazione urbana, anche a Bari sta nascendo il bosco antismog
Lodevole iniziativa del gruppo Fastweb in tema di rigenerazione urbana. Nel Parco ASI di Bari, precisamente nella zona industriale di Bari-Modugno, si sta effettuando in questi giorni la piantumazione di varie specie di alberi, dando vita ad un grosso intervento di forestazione urbana in un'area da 10mila mq.
Si parte con un migliaio di alberi, fino ad arrivare a 3mila nell'arco di un triennio. L'obiettivo, che rientra nel progetto "Mosaico verde" promosso da AzzeroCO2 e Legambiente, è la realizzazione di un piccolo bosco anti-smog che contrasti le emissioni inquinanti presenti nell'area.
Prima del capoluogo pugliese, la stessa operazione è stata condotta a Milano e Roma. Una vera e propria battaglia per il cambiamento climatico, finalizzata a garantire un miglioramento della qualità della vita dal punto di vista ambientale e nel contempo sociale, proprio perchè aumenta la quota di verde urbano fruibile dalla cittadinanza.
Andrea Pastore 27/10/2021 0
"BeviMI", negli atenei milanesi l'acqua non si spreca e la plastica si ricicla
Dal 13 Ottobre 2021 - come si legge sul portale istituzionale dell'Università Statale di Milano - è partito il Progetto BeviMI, che vede coinvolte insieme Università Statale di Milano, Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano e Comitato Italiano Contratto Mondiale Acqua (CICMA).
L'obiettivo è promuovere l’utilizzo dell’acqua di rete (quella del rubinetto, la cosiddetta "acqua del sindaco"), oltre alla riduzione e al riciclo della plastica partendo dalle aule universitarie. Studentesse e studenti hanno iniziato a scaricare l'app BeviMI sul proprio smartphone, utilizzandola ogni volta che prelevano acqua dagli erogatori in Ateneo.
Ad ogni prelievo, l’app BeviMI misura la CO2 evitata e la quantità di plastica risparmiata. Ogni Ateneo ha promosso eventi di presentazione dell’app, in occasione del lancio ufficiale, offrendo gadget e borracce agli studenti precedentemente registrati (ne sono state distribuite subito 300).
Inoltre, si è provveduto ad installare degli eco-compattatori, offerti dal partner Coripet, per la raccolta selettiva di bottigliette PET, così da "trasformarle" in bottiglie R-PET ad uso alimentare, secondo i principi dell’economia circolare.
Andrea Pastore 04/10/2021 0
Se l'auto pesa di più, il costo annuo del parcheggio aumenta: succede a Tubinga, in Germania
Ha fatto parecchio discutere il provvedimento emanato nell'ambito del distretto governativo di Tubinga, uno dei circondari dello stato tedesco del Baden-Wurttemberg. La tassa per parcheggiare la propria auto in strada, infatti, è stata "rimodellata" in maniera "ponderale", nel senso che chi possiede auto più pesanti pagherà molto di più dei canonici 30 euro annui previsti fino a qualche giorno fa, cioè prima dell'adozione di questa particolare decisione.
Nessun commento specifico dal Governo centrale, finora, considerando la concomitanza della tornata elettorale. A "pesare", è proprio il caso di dirlo, potrebbe essere stato l'input del Comitato per la protezione del clima, che vede nei veicoli più imponenti (soprattutto i Suv) un problema per i centri urbani, tanto da indurre l'amministrazione locale a quantificare la spesa per l'occupazione del suolo pubblico - da parte degli automobilisti - in rapporto al peso del veicolo.
In concreto, il "superdazio" ammonterà a 180 euro l'anno per le auto che arrivano a 2 tonnellate di peso. Al netto di possibili sfumature politiche dietro questa decisione, non è da escludere che altre città tedesche seguano l'esempio, innalzando ancora di più l'asticella a livello economico.
Andrea Pastore 23/09/2021 0
Tasmania senza rivali nell'energia rinnovabile, ha raggiunto il 100%
Grandi notizie sul fronte dell'energia "pulita". Da pochi mesi, infatti, la Tasmania, stato insulare al largo della costa meridionale dell'Australia, ha toccato il ragguardevole traguardo del 100% di energie rinnovabili. Con un anno di anticipo sulla tabella di marcia, impostata inizialmente sul 2022.
Di fatto, la Tasmania "funziona" ad emissioni zero, soprattutto grazie al ruolo decisivo svolto dagli impianti idroelettrici (in maniera preponderante) ed eolici: è il primo stato australiano a centrare questo obiettivo, nonchè una delle poche giurisdizioni al mondo, portando a compimento una sorta di vocazione "green" (risale addirittura alla fine del 1800 la prima costruzione di una centrale idroelettrica in Tasmania).
Ma c'è di più: nell'arco di una ventina d'anni, si punta ad alzare l'asticella addirittura al 200%. Grande soddisfazione da parte di Guy Barnett, Ministro dell’energia, che ha salutato con gioia l'entrata in servizio della turbina eolica nel Porto di Granville (la numero 29 in totale), evento che di fatto ha decretato il raggiungimento della quota 100% di rinnovabili, portando la Tasmania ad essere l'area più appetibile per gli investimenti di settore.
Andrea Pastore 04/09/2021 0
Le ambizioni del progetto Yara Birkeland, la nave da carico elettrica ed "autonoma"
Entro la fine del 2021, Yara Birkeland, nave da carico elettrica, compirà il suo primo viaggio "in autonomia" fra due località norvegesi. Il riferimento non va soltanto alla propulsione elettrica del mezzo, sorretto da una batteria da 7 MWh e da 2 motori da 700 kW (13 nodi la velocità massima ottenibile), ma soprattutto alla gestione "automatizzata" del viaggio.
Niente equipaggio durante il tragitto, ma soltanto per le fasi di carico e scarico: eppure anche qui, principalmente a livello di stoccaggio, si punterà su straddle carriers (le cosiddette "gru a cavaliere) completamente automatizzate. Durante la tratta, la nave sarà monitorata da punti di controllo a distanza.
Abbattimento dei costi operativi e delle emissioni nocive gli obiettivi ambiziosi del progetto. In realtà la tabella di marcia dei "viaggi autonomi" era fissata per lo scorso anno, ma la pandemia ha fatto saltare tutto. Secondo le previsioni, questo tipo di cargo rimpiazzerebbe qualcosa come 40mila spostamenti di camion all'anno.
Andrea Pastore 22/08/2021 0
Ecco Ioniq 5, la "crossover" elettrica col tetto a pannelli solari per estendere l'autonomia
"Il futuro della mobilità elettrica è arrivato". Con questo slogan, che campeggia sul portale web ufficiale, Hyundai presenta Ioniq 5, la spaziosa "crossover" che fa del comfort, dell'originalità estetica (molto belli i fari ad effetto pixel) e soprattutto della velocità di ricarica i suoi punti di forza principali.
La versione con batteria da 72,6 kWh (accreditata di circa 500 km di autonomia, 100 in più di quella da 58 kWh), infatti, recupera fino all'80% di autonomia in meno di 20 minuti, collegata ad una colonnina di tipo super fast. Lo spirito green di quest'auto, le cui dimensioni medio-grandi (oltre 4,60 metri di lunghezza) non ne pregiudicano affatto l'agilità in strada, è confermato dalla scelta dei materiali per gli interni: eco-pelle, tessuti riciclati e materie prime estratte dalla canna da zucchero la rendono un vero e proprio salottino.
La Ioniq 5 è molto silenziosa, sia nella versione da 170 CV che in quella da 305, dotata di uno spunto eccezionale (sebbene sia molto buono anche nell'altra). Disponibile anche una versione a trazione integrale con due motori elettrici che sprigionano una potenza di 225 kW.
Energia dal sole
Come vi avevamo anticipato un anno fa in questo articolo, nel futuro delle auto elettriche ci sono non solo le batterie, ma anche i pannelli solari, che consentiranno di estendere l'autonomia dell'auto, di limitare la differenza dalle colonnine di ricarica e di ricaricarsi a impatto zero.
La chicca vera e propria della Ioniq 5 sta proprio nel "solar roof", un tetto a pannelli solari (opzionale) che assorbe l'energia solare e la immagazzina nella batteria ad alto voltaggio, permettendo estendere l'autonomia. Per ora si tratta di un guadagno esiguo: in condizioni ottimali, con una giornata di pieno sole, l'auto può percorrere poco più di 4 km grazie ai pannelli solari, che moltiplicati per un anno fanno circa 1500 km (stime ottimistiche, in inverno le condizioni di luce sono ben diverse), ma si tratta di un passo avanti nella direzione giusta.